Si ringraziano gli amici dell’Exotic Team Piemonte, un gruppo di medici veterinari che ha cominciato ad incontrarsi per condividere le esperienze nel mondo degli animali non convenzionali (NAC), per la visita compiuta in data odierna al CRAS di Bernezzo, secondo il sottostante programma.
Categoria: Attività
S’invitano i soci e gli amici del CRAS allo spettacolo ‘Berto‘, commedia brillante in piemontese, che la compagnia teatrale Ij Viragalet metterà in scena presso il Teatro Civico di Caraglio venerdì 30 settembre alle ore 21:00, per raccogliere fondi per il Centro Recupero Animali Selvatici di Bernezzo.
L’intero ricavato dagli ingressi ad offerta libera sarà devoluto alla nostra associazione! Un’occasione per passare una serata divertente e allo stesso tempo aiutarci nell’affrontare le spese di gestione del Centro e dei suoi animali!
S’invitano i soci e gli amici del CRAS a partecipare alla consueta manifestazione di fine estate, denominata Notte delle Civette, presso l’area attrezzata ‘La Magnesia’, a 100 metri dall’entrata principale del Centro, verso la Calce Dolomia.
Per l’occasione verranno liberati gli esemplari di civetta (Athene noctua) curati e riabilitati dagli operatori del Centro nel corso della passata stagione; durante lo svolgimento della manifestazione verrà offerto un modesto rinfresco, ed in conclusione i partecipanti verranno allietati dalla musica e dai balli occitani del gruppo dei Descarpentà.
Il Centro Recupero Animali Selvatici è lieto d’invitare soci, sostenitori, amici, parenti e conoscenti ad un grandioso evento aperto a tutti.
Sabato 10 settembre presso il Santuario di San Magno in Castelmagno saranno rilasciati in contemporanea una magnifica femmina di biancone (Circaetus gallicus) e tre gracchi alpini (Pyrrhocorax graculus).
La liberazione avverrà alle ore 12:30: seguirà una polentata in compagnia presso il ristorante Regina delle Alpi al costo di € 15,00.
Per la buona riuscita dell’organizzazione è obbligatorio prenotarsi entro mercoledì 7 settembre contattando i suindicati recapiti del Centro.
Il biancone, o ‘aquila dei serpenti’, è tra le specie più rare d’Europa: la sua dieta preferita è composta da ofidi, sauri ed insetti. Ritrovato debilitato e con un trauma da urto, è stato seguito e curato sino ad ora dagli operatori del Centro: ora è pronto per riprendere il viaggio verso i Paesi di svernamento.
Magnifici uccelli della tipica avifauna alpina, i gracchi sono stati recuperati dal CRAS, ancora piccini, alla fine di giugno, durante i lavori di ripristino di un condominio a Prato Nevoso: i loro genitori avevano nidificato in un foro d’aerazione per i condizionatori. Al momento del ritrovamento, un piccolo era già morto, ma si è riusciti a salvare gli altri tre, allevandoli e riabilitandoli. Ora sono in condizioni idonee per ritornare nel loro ambiente naturale, sperando che evitino di scambiare condomini per pareti rocciose.
Malgrado pesanti carenze da parte delle istituzioni pubbliche, gli operatori del Centro, spinti da grande passione, continuano a svolgere il loro lavoro nel miglior modo possibile.
Dal sito di LifeGate di venerdì 9 settembre 2016:
Una giornata al Cras di Bernezzo, là dove si curano le aquile
BRUNELLA PACIELLONel Centro Recupero Animali Selvatici di Bernezzo si curano e restituiscono alla vita esemplari della fauna selvatica italiana. Dalle aquile ai cerbiatti.
Fra le montagne di Cuneo si narra ancora una vicenda che ha per protagonista una cerbiatta, salvata da piccola e da dodici anni ospite del Centro Recupero Animali Selvatici (CRAS) di Bernezzo gestito da Remigio Luciano, un eroe contemporaneo che sta ‘dalla parte degli animali’ e salva e accudisce esemplari selvatici di ogni taglia e specie. Sono più di 1.200 i salvataggi che il CRAS di Bernezzo porta a termine ogni anno: dalle volpi (Vulpes vulpes) ai cervi (Cervus elaphus), passando per rapaci di ogni specie e dimensione. Nato nel 1985, il Centro sorge fra le montagne di Bernezzo, un piccolo centro sulle montagne che circondano Cuneo. Luciano, a quei tempi, era il gestore dello zoo della cittadina piemontese, poi smantellato perché il Comune non rinnovò la convenzione. Il grande rischio dell’operazione fu, come sempre, a carico degli animali. C’era la paura che potessero essere abbattuti o finire in cattive mani. “La mia famiglia però – narra oggi Luciano – possedeva una casa a Bernezzo ed è lì che trasferimmo gli esemplari dello zoo, dando loro riparo e assistenza”.
Il CRAS e gli animali selvatici
Il CRAS di Bernezzo è uno dei centri di recupero in Italia dove vengono ospitati e curati animali selvatici di ogni tipo. Nel Centro, oltre a Luciano Remigio che ne è il responsabile, lavorano due persone part time (Matteo Parola ed Elisa Marino) e altre quattro attraverso il Servizio civile nazionale.
“Ci avvaliamo – continua Luciano – anche di tre veterinari che operano gratuitamente a seconda delle competenze professionali visto che gli animali ‘salvati’ dal CRAS sono di specie diverse e necessitano di cure differenti e specialistiche”. Nel 2001 la Provincia di Cuneo ha autorizzato il Centro a operare per il salvataggio e la custodia dei selvatici.
“Il Cras dovrebbe essere interamente sovvenzionato dalle istituzioni dello Stato che si occupano di tutelare la fauna. Purtroppo ciò non avviene regolarmente così a volte passano anni senza ricevere alcun compenso per le spese vive. Riusciamo a sopravvivere grazie all’intervento di alcuni Comuni, alle donazioni dei privati e al 5×1000 che per noi è davvero una boccata d’ossigeno”.Aquile e falchi, martore e cerbiatti
Le specie soccorse e curate sono davvero tante. “I pericoli per i selvatici sono molti – aggiunge Luciano –, dall’inquinamento ai pesticidi, dalla caccia ai fili dell’alta tensione, dalle auto alle tagliole e veleni. Poi ci sono i bocconi intrisi di veleno lasciati sul terreno per i lupi (Canis lupus) che contribuiscono ad avvelenare i rapaci e gli altri volatili della zona”.
Le storie dei rapaci recuperati si rincorrono nei racconti di Luciano, tra vicende tragiche e felici, animali che non ce l’hanno fatta e altri che si sono salvati. Un esemplare di aquila reale (Aquila chrysaetos) è stato recuperato in val di Maira, un’altra in valle Stura. Entrambe le aquile erano fortemente debilitate e denutrite. Non ce l’hanno fatta nonostante le cure amorevoli dei volontari e dei veterinari del centro. Si è salvato invece un biancone (Circaetus gallicus), la cosiddetta aquila dei serpenti, trovato ferito in val Tanaro. Dopo le cure (aveva un problema alla pupilla) è stato restituito ai cieli della valle.
Per Luciano ogni animale ha una storia, una vicenda che si snoda nel tempo. C’è il picchio nero (Dryocopus martius), la faina (Martes foina) e la simpatica averla (Lanius sp.). Persino una scimmietta (Macaca sylvanus), Citina, è stata ritrovata legata a un’antenna della tv in un palazzo a Cuneo e prontamente recuperata e curata.
“Salviamo gli animali, organizziamo iniziative didattiche”, conclude Remigio Luciano. “Siamo un buon punto di monitoraggio della fauna. Amiamo quello che facciamo e ogni salvataggio è una soddisfazione, Una vittoria per chi ama il territorio e i suoi abitanti”.La storia della cerva Minerva
La cerbiatta Minerva è la mascotte del CRAS. Ritrovata cucciola di pochi giorni, con ferite e una parziale amputazione dell’arto sinistro. È stata soccorsa e ricoverata al Centro, sottoposta a una delicata operazione che però non le ha salvato la zampina. Un socio del CRAS la portò a casa appena guarita, le costruì una capanna con una soffice lettiera nel parco che circondava la sua villa in montagna Minerva, però, non si adattò e soffriva per la lontananza dal Centro e dai suoi salvatori. Rifiutava di mangiare e si lamentava costantemente. Preoccupati per la sua salute Luciano e i veterinari la riportarono indietro nella sua vecchia stalla.
Da allora sono trascorsi dodici anni. Oggi Minerva accoglie i visitatori del Centro, affabile e curiosa, trascinandosi dietro il suo arto inutilizzato. Dà il suo personale benvenuto ai nuovi ospiti e ogni giorno le vengono riservate ghiottonerie e carezze. “Resterà sempre con noi a simboleggiare le nostre vittorie e a testimoniare la gratitudine che ci riservano questi piccoli amici”.
Pubblichiamo qui di seguito il video realizzato dagli amici dell’Associazione culturale Effimera che racconta quanto svolto durante lo scorso anno scolastico, anche grazie al supporto fornito dal Centro Recupero Animali Selvatici.
L’associazione è ora pronta a ripartire con nuovi progetti di educazione ambientale, che verranno realizzati in collaborazione col CRAS.
Dal quotidiano La Stampa di venerdì 2 settembre 2016:
È un animale tipico dell’Australia, simile allo struzzo, probabilmente sfuggito a un ignoto “appassionato”
02/09/2016
LORENZO BORATTO
LEQUIO BERRIAUn emù (Dromaius novaehollandiae) che girava libero in località Laparea, nel territorio del Comune di Lequio Berria: l’animale, segnalato dai residenti, è stato catturato dal personale del Servizio di vigilanza faunistico ambientale della Provincia.
Si tratta di un uccello tipico dell’Australia, appartenente alla famiglia degli struzzi ed è presumibilmente fuggito a qualche ‘amatore’ o a un allevamento. L’operazione di recupero è stata svolta in collaborazione con il Centro recupero animali selvatici di Bernezzo, dove adesso l’animale è ospite, in attesa che si trovi il proprietario. L’animale è un maschio, è stato battezzato “Emilio”, mangia granaglie e alcuni mangimi appositi.
Non solo non sono pervenute segnalazioni di smarrimento dell’animale, ma anche gli allevamenti di struzzi della zona hanno confemato di non avere emù e non ci sono neppure segnalazioni ai carabinieri o ai servizi veterinari locali dell’A.S.L.
La Provincia invita il proprietario a contattare gli Uffici vigilanza provinciali al numero 0171-445254.
Si riportano i risultati delle procedure di selezione, come dall’elenco graduatorie pubblicato dalla Provincia di Cuneo, con l’elenco dei candidati ammessi a svolgere il Servizio Civile Nazionale presso il Centro.
Per la sede di Bernezzo sono stati selezionati Cuffaro Ester, Gaviglio Sofia Rebecca, Borello Laura e Salvagno Jacopo.
Per la sede di Novello è stata selezionata Barroero Matilde.
Vivissime congratulazioni ai cinque nuovi volontari, con i migliori auguri per un’entusiasmante e formativa esperienza di vita.
Una giovane femmina di donnola (Mustela nivalis) è stata liberata ieri sera dai volontari del Centro Recupero Animali Selvatici di Bernezzo nel Parco fluviale Gesso e Stura, dopo essere stata curata e ospitata nel Centro fino a che ha raggiunto l’età adatta ad iniziare una vita indipendente. Nel Centro la donnola è stata curata avendo l’accortezza di mantenerne le caratteristiche di selvaticità e non abituarla alla presenza dell’uomo: questo requisito è indispensabile per permetterle di fuggire le insidie che, volontariamente o distrattamente, gli uomini portano sul territorio.
La donnola è un carnivoro dalla forma allungata e flessuosa. Questo mustelide è specializzato nella caccia in tana ai topi e ai piccoli roditori. All’occorrenza può predare anche lucertole e perfino serpenti come il biacco (Hierophis viridiflavus). È in grado addirittura di cacciare le minilepri (Sylvilagus floridanus), nonostante la sua piccola taglia. Ne esistono diverse sottospecie ancora in fase di studio: alcune hanno la caratteristica di diventare bianche in inverno.
Prima della sua liberazione il Parco fluviale Gesso e Stura aveva piazzato foto-trappole e esaminato vari ambienti alla ricerca del sito migliore dove liberarla. Il lavoro dei volontari del Servizio Civile Nazionale in forza al Parco, del suo ricercatore scientifico e del personale di entrambe le strutture è servito ad individuare il luogo più adatto alla liberazione, in un’area composta di prati aridi, con cespugli e alcuni alberi nelle vicinanze, con abbondanza di prede di vario tipo, dove, senza rischi dovuti al traffico veicolare o all’eccessiva presenza dell’uomo, potrà vivere al sicuro.
Quando è stata liberata, dopo aver lungamente esaminato con grande prudenza i dintorni della gabbietta, la giovane donnola si è timidamente avventurata verso la sua nuova vita in libertà.
Un tempo le donnole erano molto più comuni di oggi. Questa liberazione è un piccolo ma importante passo per ripristinare l’originaria biodiversità dell’area, reso possibile dalla collaborazione fra le ricerche del Parco fluviale e il paziente, attento e continuo lavoro del CRAS di Bernezzo.