Come l’anno scorso, anche nel 2012 il Centro ha partecipato in data odierna alla Festa del Parco Fluviale Gesso & Stura; al termine dei festeggiamenti, alle 22:00 circa sono rilasciati in natura alcuni rapaci notturni nella zona sottostante il Santuario della Madonna degli Angeli, nel comune di Cuneo.
In particolare, hanno potuto ritrovare la via verso la libertà un esemplare femmina di assiolo (Otus scops), seguito da un maschio ed una femmina di allocco (Strix aluco), volatili appartenenti a specie protette in quanto ottimi bioindicatori: la loro presenza in un certo ambiente ne indica un buon livello di salubrità. Sono inoltre molto utili all’uomo in quanto la loro dieta si basa sui micromammiferi, come ad esempio i ghiri (Glis glis), considerati animali nocivi per alcuni tipi di coltivazioni. Nel corso del pomeriggio i bambini hanno potuto partecipare a un piccolo sondaggio per l’assegnazione di un nome a ciascuno di loro.
Categoria: Attività
Un bell’esemplare di marmotta (Marmota marmota) è stato liberato in data odierna dal personale del Centro ai Laghi di Robourent, situati nel comune di Argentera nei pressi del confine francese, realizzando con l’occasione il video sottostante, che riprende l’animale nei momenti immediatamente successivi la liberazione.
Si è svolta in data odierna la Festa della Liberazione degli Animali, organizzata in collaborazione con il Museo Nautralistico del Roero presso la tartufaia didattica di Vezza d’Alba, ove sono stati liberati un riccio (Erinaceus europaeus) ed un paio di rapaci diurni: un biancone (Circaetus gallicus) ed un falco pecchiaiolo (Pernis apivorus).
La giornata ha tenuto il seguente programma:
- 08:30 – Raduno sulla Piazza San Bernardo (per le scuole di Vezza);
- 09:00 – Passeggiata per raggiungere la tartufaia didattica in località Valtesio;
- 10:00 – Arrivo alla tartufaia per tutti i gruppi partecipanti;
- 10:30 – Escursione nella tartufaia e liberazione degli animali del Centro;
- 12:00 – Pic nic nel bosco.
Un articolo apparso sul settimanale provinciale La Bisalta presenta alcuni ospiti del Centro e le attività recentemente condotte dall’associazione, fra cui il Liberation Day presso la Riserva Naturalistica dell’Adelasia.
Alla presenza di un folto gruppo di soci, amici, volontari e sostenitori si è svolta presso la Riserva Naturalistica dell’Adelasia la liberazione di alcuni rapaci diurni che erano stati trasportati al Centro dalla Sezione ENPA del Centro di Recupero Fauna Selvatica della Provincia di Savona. In particolare, dopo un proficuo periodo riabilitativo, hanno ritrovato la via dei cieli due poiane (Buteo buteo), un falco pecchiaiolo (Pernis apivorus) e Big, l’esemplare di aquila minore (Aquila pennata) giunto al Centro in autunno.
Gli amici dell’ENPA hanno anche rilasciato con l’occasione tre rondoni comuni (Apus apus) e due rondoni maggiori (Tachymarptis melba).
Quest’anno, durante gli ordinari lavori di pulizia e sistemazione delle strutture esterne, gli operatori del Centro hanno rinvenuto le uova di una rana, deposte all’interno della pozza destinata ad accogliere nuovamente le tartarughe acquatiche destatesi dal letargo invernale.
Dopo aver provveduto alla messa in sicurezza delle uova, lontane dai famelici rettili, ansiosi di riappropriarsi del loro posto al sole, il prosciugamento della vasca ha altresì permesso di individuare un raro esemplare di rana agile (Rana dalmatina), probabilmente lo stesso individuo che ha deposto le uova, il quale è stato anch’esso posto al riparo da eventuali predatori.
Nel frattempo, le uova si sono ora dischiuse rivelando un nugolo di girini, che verranno liberati insieme all’adulto, una volta terminata la metamorfosi.
In tal modo, oltre a scongiurare i pericoli in cui può incorrere la rana e la sua minuscola prole, con il loro successivo rilascio si potrà contribuire in maniera significativa al ripopolamento degli ambienti frequentati dagli anfibi, in assoluto la classe di vertebrati più minacciata di estinzione su scala planetaria.
In una fredda e nebbiosa giornata di gennaio arrivò al Centro una telefonata da parte del sig. Muo Alberto, residente a Bene Vagienna, il quale riferì che nel suo giardino c’era un piccolo di airone bianco (Casmerodius albus). Dato che la presenza di piccoli di airone non è associata a quel periodo dell’anno, il responsabile del Centro chiese maggiori infomazioni sulla fisionomia dell’animale. Dalla descrizione della colorazione del becco, giallo, si escluse che fosse una garzetta (Egretta garzetta), ardeide piuttosto comune sul territorio.
Il recupero dell’uccello venne effettuato direttamente dalla volontaria Carla Morre ed il responsabile del CRAS Remigio Luciano, dopo aver inutilmente contattato i vari enti preposti alla tutela della fauna selvatica. Arrivati sul posto, l’animale venne subito identificato come un giovane airone guardabuoi (Bubulcus ibis), insolitamente presente sul territorio in pieno inverno, dato che la specie suole migrare verso climi più caldi.
Portato presso il Centro, dopo aver constatato che non avesse subito traumi o riportato ferite evidenti, si eseguirono le misurazioni scientifiche e la pesatura. All’arrivo, il peso dell’airone guardabuoi era di soli 300 grammi, ben inferiore alla media di un individuo della sua specie: l’animale era infatti debilitato a causa di parassiti delle piume. Dopo essere stato trattato con appositi prodotti, l’animale venne stabulato in una camera termica e nutrito artificialmente per i primi giorni di degenza, avendo l’accortezza di apporre un collare antivomito dopo ogni imbeccata e lasciandolo fino a digestione avvenuta, fino a quando non iniziò a nutrirsi spontaneamente: gli ardeidi tendono infatti a rigurgitare il cibo che non viene da loro autonomamente catturato. L’airone guardabuoi dimostrò di gradire maggiormente tarme della farina, acciughe fresche e piccoli pezzetti di cuore bovino. Nel periodo di degenza vennero inoltre effettuate le analisi delle feci, che permisero di evidenziare la presenza di parassiti intestinali: l’uccello fu quindi sottoposto a trattamento con ivomicina, ripetuto una seconda volta dopo 20 giorni.
A causa delle temperature esterne, nonchè per facilitare l’incontro con i suoi conspecifici, si è atteso per la liberazione fino a primavera: in data odierna è stato finalmente rilasciato presso l’oasi naturalistica La Madonnina, nel comune di Sant’Albano Stura.
L’impagabile vista del suo magnifico involo in un ambiente naturale, ottimale e protetto, ha testimoniato la sua completa riabilitazione, ed è stata ancora più gratificante considerando che si tratta dell’unico esemplare di airone guardabuoi ricevuto al Centro in più di dieci anni di attività.
Il suo recupero si è pero rivelato molto oneroso: i costi sostenuti per la camera termica, l’alimentazione ed i farmaci hanno comportato una spesa di circa € 20,00 a settimana: anche in considerazione degli sforzi intrapresi per restituire la libertà a questo raro uccello delle zone umide, si ringraziano sentitamente tutti i volontari, i soci ed in anticipo coloro che vorranno devolvere il 5×1000 all’ associazione del CRAS.
La morsa del gelo di questi giorni stava per condannare a morte un povero germano reale (Anas platyrhyncos), maschio di tre anni, impossibilitato a volare a causa della mancanza di due dita all’ala sinistra, probabilmente dovuta ad una pregressa folgorazione. Per la sua grave menomazione era stato abbandonato dai suoi cinque compagni, che avevano lasciato il laghetto, ormai gelato, ove solevano posarsi, sito in località Paschera, nel comune di Caraglio.
Avvisati dalla Sig.ra Costamagna, proprietaria del bacino irriguo, i volontari del Centro Fernando Albert, Eleonora Gallo e Matteo Parola sono riusciti a salvare l’anatide, dopo molti tentativi protrattisi per due giorni consecutivi. L’operazione di recupero si è dimostrata particolarmente ardua in ragione della conformazione del laghetto artificiale, costituito da un vascone di nylon lungo 60 m, largo 20 m, profondo 6 m e dotato di pareti inclinate estremamente scivolose. Un sottile strato di ghiaccio ne ricopriva l’intera superficie, ad eccezione di una piccola pozza, ove l’animale vi aveva cercato rifugio; nel giro forse di un giorno, l’uccello avrebbe potuto rimanerci irrimediabilmente imprigionato.
Dopo il recupero, l’esemplare è stato affidato alla proprietaria del laghetto, la quale vi si era affezionata e l’aveva battezzato Gregorio: sotto la supervisione del CRAS, la Sig.ra Costamagna provvederà a rimetterlo nello stagno non appena sarà arrivata la primavera, e con essa, il ritorno dei compagni di Gregorio.