Anche quest’anno è possibile destinare il 5 per Mille dell’IRPEF al Centro Recupero Animali Selvatici di Bernezzo, inserendo il suindicato Codice Fiscale nell’apposita casella del modulo di dichiarazione dei redditi, contribuendo così alla salvaguardia del capriolo (Capreolus capreolus), cui è stato dedicato il volantino del 2016, e di tutti gli altri animali in difficoltà.
Categoria: Ungulati
É stata pubblicata la relazione annuale per il 2015, la cui copertina è dedicata alla donnola (Mustela nivalis) recuperata, curata, riabilitata ed infine liberata lo scorso autunno.
Oltre al piccolo e raro mustelide, nel 2015 hanno potuto ritrovare la via verso la libertà numerosi altri animali, quali caprioli (Capreolus capreolus), gheppi (Falco tinnunculus) e poiane (Buteo buteo).
In ambito veterinario sono stati eseguiti svariati interventi chirurgici ed ortopedici, fra cui complesse operazioni ad un esemplare di tasso (Meles meles) e di airone cenerino (Ardea cinerea).
L’apparato strutturale del Centro è stato altresì arricchito da un nuovo box multiplo per la stabulazione di rapaci, nonché da una scala d’accesso alla struttura dei primati, recentemente ampliata.
Infezione oculare che tende a colpire la popolazione di Bovidi selvatici (Camoscio, Stambecco, Muflone);
viene veicolata da ditteri, si presenta periodicamente, in fase crescente e poi decrescente ogni dieci anni circa.
I dati del CRAS di Bernezzo:
- 2005 : 1 caso (dicembre);
- 2006 : 13 casi;
- 2007: 16 casi;
- 2008 : 6 casi;
- 2009: 1 caso;
- 2010: 2 casi;
- 2011: 1 caso;
- 2012 : ultimo caso (giugno);
- 2015 : 1° caso (dicembre).
Questo ci fa presupporre che dovremo prepararci negli anni 2016 – 2017 ad una recrudescenza della malattia.
Nella nostra esperienza, in provincia di Cuneo, l’espansione dell’infezione si ha da nord a sud, inizia in Valle Po e si estende nel tempo per concludersi in Valle Tanaro.
Le fasi dell’infezione sono 4 stadi:
- Fase: l’animale vaga in maniera anomala, non lineare, ad occhio nudo non si vedono lesioni e la pupilla è leggermente opaca.
- Fase: l’animale vaga spostandosi in grandi cerchi ed inciampa spesso.
- Fase: si notano bene anche ad occhio nudo dei solchi crostosi sul lacrimatoio , gira spesso su se stesso e presenta un forte dimagrimento.
- Fase: l’animale è quasi sempre coricato e, se si muove, cade più volte consecutivamente, il più delle volte ha già subito o un trauma cranico o una frattura agli arti.
Se il tutto capita ad alte quote l’animale segue il suo destino, in molti casi può recuperare e superare la malattia, soprattutto se non vi sono condizioni atmosferiche avverse, se invece capita a quote più basse è probabile che raggiunga abitazioni e strade frequentate ed è questo il caso di segnalarlo alle autorità competenti (Comune, Provincia, ASL, CA , G P) onde evitare possibili cause di incidenti stradali . I suddetti Enti provvederanno a farlo pervenire al CRAS.
Se la malattia è presa nelle prime tre fasi, la probabilità di recupero è del 60%, la degenza è di 30 / 40 giorni.
NORME PER IL SOCCORSO DEGLI ANIMALI MALATI AD ESCLUSIVO USO DEGLI OPERATORI QUALIFICATI ED ENTI PREDISPOSTI, EVITARE IL FAI DA TE!
L’animale deve essere avvicinato cautamente evitando ogni sorta di rumore; lanciare un telo sul capo, immobilizzare l’animale tenendolo per le corna, evitare di agguantarlo agli arti, farlo entrare in una cassa da trasporto ungulati, guidare evitando sobbalzi e curve repentine.
L’incaprettatura è sconsigliata in quanto, negli anni, ci siamo accorti che è un grave problema per lo stress dell’animale.
Favorite dalle temperature più miti, proseguono le liberazioni degli ospiti invernali del Centro. Lo scorso 12 marzo gli operatori del CRAS sono infatti ritornati all’Oasi Naturalistica La Madonnina, sita nel Comune di Sant’Albano Stura, per procedere alla liberazione di un capriolo femmina (Capreolus capreolus), un astore maschio (Accipiter gentilis) e tre storni (Sturnus vulgaris).
É stata pubblicata la relazione annuale per il 2014, la cui copertina è dedicata ad una cucciolata di volpi (Vulpes vulpes) allevate e curate dal Centro, consultabile in formato digitale nel box riportato qui sotto.
L’anno appena trascorso è stato testimone dell’inaugurazione della sede distaccata La Ninna di Novello, specializzata nel recupero degli Erinacei, nonché dell’ampliamento della struttura per primati, che attualmente ospita quattro esemplari di bertuccia (Macaca sylvanus) e della realizzazione della nuova aula didattica.
In ambito veterinario sono stati eseguiti numerosi interventi chirurgici ed ortopedici, riguardanti soprattutto ungulati e rapaci.
Tra gli animali liberati si ricordano in particolare un porciglione (Rallus aquaticus), una rondine montana (Ptyonoprogne rupestris) ed un tarabusino (Ixobrychus minutus).
Un giovane maschio di capriolo (Capreolus capreolus) curato, riabilitato e munito di marca auricolare dagli operatori del CRAS è stato liberato oggi presso l’Oasi Naturalistica La Madonnina sita nel Comune di Sant’Albano Stura.
Un piccolo maschio di cinghiale (Sus scrofa) ,bisognoso di cure a seguito d’investimento nel comune di Sommariva Perno, è stato consegnato oggi al Centro da parte delle autorità preposte.
Malgrado l’attuale penuria di risorse pubbliche orienti le Amministrazioni alla salvaguardia delle sole specie particolarmente protette, a questo sfortunato esemplare di una specie tradizionalmente considerata ‘nociva’, oltretutto oggetto di un piano straordinario di abbattimento provinciale, verranno dedicate le medesime cure ed attenzioni di qualsiasi altro ospite del C.R.A.S. di Bernezzo.
Il Centro Recupero Animali Selvatici ha partecipato all’edizione annuale di Hortus Horti, l’evento dedicato all’orto didattico realizzato e curato dal Parco fluviale Gesso e Stura.
Nei pomeriggi di venerdì 23, sabato 24 e domenica 25 maggio sono stati presentati, per la gioia di grandi e piccini, alcuni cuccioli di animali selvatici attualmente ricoverati in fase di svezzamento presso il Centro, fra cui una femmina di volpe (Vulpes vulpes), un maschio di cinghiale (Sus scrofa) ed uno di tasso (Meles meles).
Con l’occasione si è potuto anche liberare un giovane merlo (Turdus merula) all’interno dell’area protetta.