Categoria: Accipitriformi
É stata pubblicata la relazione annuale per il 2016, la cui copertina è dedicata al gufo reale (Bubo bubo), di cui ben due esemplari sono giunti al Centro nel corso dell’anno passato… insieme ad altri 1113 animali!
Oltre ad un complesso intervento veterinario su uno dei suddetti rapaci, sono stati altresì eseguiti interventi, fra gli altri, su caprioli (Capreolus capreolus), gheppi (Falco tinnunculus), tassi (Meles meles) e testuggini palustri (Emys orbicularis).
Sono proseguiti i lavori di sistemazione ed ampliamento delle sedi distaccate, con la realizzazione di una nuova struttura per erinacei a Novello e la riqualificazione dei laghi a Sommariva Perno.
Nella sede centrale di Bernezzo sono stati predisposti gli adeguamenti strutturali richiesti dal Ministero dell’Ambiente.
Infine, nel corso del 2016 numerosi animali hanno potuto ritrovare la via verso la libertà, fra cui caprioli, falchi pesciaioli (Pernis apivorus) e martore (Martes martes).
Il recente rafforzamento della collaborazione intessuta dal Centro con il Parco fluviale Gesso e Stura ha permesso di liberare nell’area naturale numerosi animali curati e riabilitati al CRAS di Bernezzo.
In particolare, in compagnia degli operatori del Parco sono stati rilasciati una civetta (Athene noctua), una donnola (Mustela nivalis, un gufo comune (Asio otus), due faine (Martes foina), tre tortore dal collare (Streptopelia decaocto), quattordici ricci (Erinaceus europaeus) e diciassette gazze (Pica pica).
Durante il 2016 sono stati altresì rilasciati un astore (Accipiter gentilis), un colombaccio (Columba palumbus), un codirosso comune (Phoenicurus phoenicurus), un lodolaio (Falco subbuteo), una poiana (Buteo buteo), uno sparviere (Accipiter nisus), due caprioli (Capreolus capreolus), due cornacchie (Corvus corone), tre assioli (Otus scops), tre merli (Turdus merula), quattro codirossi spazzacamino (Phoenicurus ochruros), cinque gheppi (Falco tinnunculus) e sette minilepri (Sylvilagus floridanus).
Un’altra civetta, due gufi ed altri dieci caprioli sono stati ancora liberati nella riserva naturale orientata Oasi della Madonnina
Con il contributo di un’offerta minima di € 5,00 più spese di spedizione è possibile acquistare il calendario fotografico del C.R.A.S. per l’anno 2017, intitolato Noi e Loro: i protagonisti restano gli animali, anche se insieme a chi se ne prende cura.
Il Centro Recupero Animali Selvatici è lieto d’invitare soci, sostenitori, amici, parenti e conoscenti ad un grandioso evento aperto a tutti.
Sabato 10 settembre presso il Santuario di San Magno in Castelmagno saranno rilasciati in contemporanea una magnifica femmina di biancone (Circaetus gallicus) e tre gracchi alpini (Pyrrhocorax graculus).
La liberazione avverrà alle ore 12:30: seguirà una polentata in compagnia presso il ristorante Regina delle Alpi al costo di € 15,00.
Per la buona riuscita dell’organizzazione è obbligatorio prenotarsi entro mercoledì 7 settembre contattando i suindicati recapiti del Centro.
Il biancone, o ‘aquila dei serpenti’, è tra le specie più rare d’Europa: la sua dieta preferita è composta da ofidi, sauri ed insetti. Ritrovato debilitato e con un trauma da urto, è stato seguito e curato sino ad ora dagli operatori del Centro: ora è pronto per riprendere il viaggio verso i Paesi di svernamento.
Magnifici uccelli della tipica avifauna alpina, i gracchi sono stati recuperati dal CRAS, ancora piccini, alla fine di giugno, durante i lavori di ripristino di un condominio a Prato Nevoso: i loro genitori avevano nidificato in un foro d’aerazione per i condizionatori. Al momento del ritrovamento, un piccolo era già morto, ma si è riusciti a salvare gli altri tre, allevandoli e riabilitandoli. Ora sono in condizioni idonee per ritornare nel loro ambiente naturale, sperando che evitino di scambiare condomini per pareti rocciose.
Malgrado pesanti carenze da parte delle istituzioni pubbliche, gli operatori del Centro, spinti da grande passione, continuano a svolgere il loro lavoro nel miglior modo possibile.
Dal sito di LifeGate di venerdì 9 settembre 2016:
Una giornata al Cras di Bernezzo, là dove si curano le aquile
BRUNELLA PACIELLONel Centro Recupero Animali Selvatici di Bernezzo si curano e restituiscono alla vita esemplari della fauna selvatica italiana. Dalle aquile ai cerbiatti.
Fra le montagne di Cuneo si narra ancora una vicenda che ha per protagonista una cerbiatta, salvata da piccola e da dodici anni ospite del Centro Recupero Animali Selvatici (CRAS) di Bernezzo gestito da Remigio Luciano, un eroe contemporaneo che sta ‘dalla parte degli animali’ e salva e accudisce esemplari selvatici di ogni taglia e specie. Sono più di 1.200 i salvataggi che il CRAS di Bernezzo porta a termine ogni anno: dalle volpi (Vulpes vulpes) ai cervi (Cervus elaphus), passando per rapaci di ogni specie e dimensione. Nato nel 1985, il Centro sorge fra le montagne di Bernezzo, un piccolo centro sulle montagne che circondano Cuneo. Luciano, a quei tempi, era il gestore dello zoo della cittadina piemontese, poi smantellato perché il Comune non rinnovò la convenzione. Il grande rischio dell’operazione fu, come sempre, a carico degli animali. C’era la paura che potessero essere abbattuti o finire in cattive mani. “La mia famiglia però – narra oggi Luciano – possedeva una casa a Bernezzo ed è lì che trasferimmo gli esemplari dello zoo, dando loro riparo e assistenza”.
Il CRAS e gli animali selvatici
Il CRAS di Bernezzo è uno dei centri di recupero in Italia dove vengono ospitati e curati animali selvatici di ogni tipo. Nel Centro, oltre a Luciano Remigio che ne è il responsabile, lavorano due persone part time (Matteo Parola ed Elisa Marino) e altre quattro attraverso il Servizio civile nazionale.
“Ci avvaliamo – continua Luciano – anche di tre veterinari che operano gratuitamente a seconda delle competenze professionali visto che gli animali ‘salvati’ dal CRAS sono di specie diverse e necessitano di cure differenti e specialistiche”. Nel 2001 la Provincia di Cuneo ha autorizzato il Centro a operare per il salvataggio e la custodia dei selvatici.
“Il Cras dovrebbe essere interamente sovvenzionato dalle istituzioni dello Stato che si occupano di tutelare la fauna. Purtroppo ciò non avviene regolarmente così a volte passano anni senza ricevere alcun compenso per le spese vive. Riusciamo a sopravvivere grazie all’intervento di alcuni Comuni, alle donazioni dei privati e al 5×1000 che per noi è davvero una boccata d’ossigeno”.Aquile e falchi, martore e cerbiatti
Le specie soccorse e curate sono davvero tante. “I pericoli per i selvatici sono molti – aggiunge Luciano –, dall’inquinamento ai pesticidi, dalla caccia ai fili dell’alta tensione, dalle auto alle tagliole e veleni. Poi ci sono i bocconi intrisi di veleno lasciati sul terreno per i lupi (Canis lupus) che contribuiscono ad avvelenare i rapaci e gli altri volatili della zona”.
Le storie dei rapaci recuperati si rincorrono nei racconti di Luciano, tra vicende tragiche e felici, animali che non ce l’hanno fatta e altri che si sono salvati. Un esemplare di aquila reale (Aquila chrysaetos) è stato recuperato in val di Maira, un’altra in valle Stura. Entrambe le aquile erano fortemente debilitate e denutrite. Non ce l’hanno fatta nonostante le cure amorevoli dei volontari e dei veterinari del centro. Si è salvato invece un biancone (Circaetus gallicus), la cosiddetta aquila dei serpenti, trovato ferito in val Tanaro. Dopo le cure (aveva un problema alla pupilla) è stato restituito ai cieli della valle.
Per Luciano ogni animale ha una storia, una vicenda che si snoda nel tempo. C’è il picchio nero (Dryocopus martius), la faina (Martes foina) e la simpatica averla (Lanius sp.). Persino una scimmietta (Macaca sylvanus), Citina, è stata ritrovata legata a un’antenna della tv in un palazzo a Cuneo e prontamente recuperata e curata.
“Salviamo gli animali, organizziamo iniziative didattiche”, conclude Remigio Luciano. “Siamo un buon punto di monitoraggio della fauna. Amiamo quello che facciamo e ogni salvataggio è una soddisfazione, Una vittoria per chi ama il territorio e i suoi abitanti”.La storia della cerva Minerva
La cerbiatta Minerva è la mascotte del CRAS. Ritrovata cucciola di pochi giorni, con ferite e una parziale amputazione dell’arto sinistro. È stata soccorsa e ricoverata al Centro, sottoposta a una delicata operazione che però non le ha salvato la zampina. Un socio del CRAS la portò a casa appena guarita, le costruì una capanna con una soffice lettiera nel parco che circondava la sua villa in montagna Minerva, però, non si adattò e soffriva per la lontananza dal Centro e dai suoi salvatori. Rifiutava di mangiare e si lamentava costantemente. Preoccupati per la sua salute Luciano e i veterinari la riportarono indietro nella sua vecchia stalla.
Da allora sono trascorsi dodici anni. Oggi Minerva accoglie i visitatori del Centro, affabile e curiosa, trascinandosi dietro il suo arto inutilizzato. Dà il suo personale benvenuto ai nuovi ospiti e ogni giorno le vengono riservate ghiottonerie e carezze. “Resterà sempre con noi a simboleggiare le nostre vittorie e a testimoniare la gratitudine che ci riservano questi piccoli amici”.
In occasione del primo raduno cuneese del Lambretta Club, previsto per domenica 10 luglio 2016, con partenza da Cuneo alle ore 10:00, verrà liberato a Castelmagno, alle ore 13:00 circa, il biancone (Circaetus gallicus) che per ben due volte è stato curato e riabilitato dagli operatori del Centro.
All’evento sono invitati tutti i soci, i sostenitori e gli amici del C.R.A.S.; chiunque desideri partecipare al pranzo organizzato in loco può contattare direttamente il Lambretta Club ai recapiti indicati dal sottostante programma della manifestazione:
Il percorso prevede la risalita della Val Grana, con partenza da Cuneo (550 s.l.m.) alle ore 10 e arrivo previsto a Castelmagno (1760 s.l.m.) alle ore 12.00. Si attraverseranno le località di Caraglio, Monterosso Grana, Pradleves e Capo Molino, dove si potrà far riposare i mezzi e si affronterà la salita finale lunga 6 km, con pendenza media del 12%. Una volta giunti al santuario, si potrà effettuare la visita guidata della famosa cappella del sec. XV; seguirà la liberazione di alcuni rapaci, a cura del C.R.A.S. (Centro Recupero Animali Selvatici) di Cuneo. Ci si trasferirà poi, con una discesa 2 km, presso l’agriturismo “La meiro” dove si visiteranno le grotte di stagionatura del formaggio Castelmagno e si pranzerà con cibi preparati con questo pregiato prodotto del territorio. Il rientro è previsto per le ore 16.00 circa. A tutti i partecipanti verrà consegnato, alla partenza, un pacco contenente prodotti biologici offerti dagli organizzatori.
Nel corso del pranzo verranno sorteggiati premi a sorpresa.
Costo per partecipante: 25,00 euro
Prenotazioni entro il 06/07/2016
Dario Saporita 344 2812530 – presidente@lambrettaclubpiemontevda.it
Alessandro Monti 335 6469323 – info@montisportcom
Dal quotidiano La Stampa di martedì 21 giugno 2016:
Rapaci e selvatici rimessi in libertà nel Cuneese
Stasera la festa al Parco Fluviale di Cuneo Il Centro recupero animali di Bernezzo (CN) è nato nel 1985. Stasera Remigio libererà tre rapaci
21/06/2016
PAOLA SCOLA
BERNEZZO (CUNEO)Si occupa delle regine dei cieli, le aquile. Dei signori dell’aria, come falchi, poiane, sparvieri. Di gufi e civette. «Qui è l’unico centro dove si ospitano animali selvatici di ogni taglia e specie, che richiedano cure», sottolinea Remigio Luciano, condottiero di una sorta di «arca di Noè», dove ogni anno vengono curati circa 1200 esemplari. Il Centro recupero animali di Bernezzo, tra Cuneo e le montagne, è nato nel 1985. Remigio, allora gestore del piccolo Zoo di Cuneo, fu costretto a smantellare il «giardino pubblico», perché il Comune non rinnovò più la convenzione. Il rischio era che gli animali venissero venduti o, peggio, abbattuti. Ma la famiglia di Luciano ha una casa a Bernezzo ed è lì che gli esemplari hanno trovato nuovo riparo. All’inizio i compaesani guardarono con un po’ di apprensione quell’esperimento, ma presto la diffidenza è stata vinta. E nel 2001, la Provincia di Cuneo ha autorizzato il Cras a operare per il salvataggio e la custodia dei selvatici.
Remigio ha una straordinaria sensibilità per gli animali. Lo affiancano due dipendenti part time, 4 ragazzi in servizio civile e volontari. Ci saranno anche loro, stasera, alla festa del Parco Fluviale di Cuneo a rilasciare alcuni rapaci notturni rimessi in forze: un gufo e tre civette. «Sono molti i pericoli per i selvatici – dice Luciano -: dall’inquinamento ai pesticidi, dalla caccia ai fili dell’alta tensione, dalle auto a tagliole e veleni». Sono stati bocconi nocivi, «lasciati forse per i lupi», ad avvelenare alcune aquile, che il Cras ha soccorso. «Esemplari di aquile reali, con gravi problemi. La prima è stata recuperata in val Maira. L’altra, salvata in valle Stura da un privato, nel marzo 2015, sembrava anemica e denutrita. Le abbiamo tenute ricoverate per qualche giorno, invano». È andata meglio a un biancone, l’«aquila dei serpenti», trovato ferito in val Tanaro: dall’anello di riconoscimento si è scoperto che 4 anni fa era stato soccorso ad Albisola (Savona), medicato a Bernezzo e liberato. Aveva spiegato il responsabile: «È lo stesso animale trovato nel 2012, debilitato e con un problema alla pupilla destra. Ristabilito, lo avevamo liberato a Castelmagno nel 2013». Dopo tre anni e le migrazioni, il rapace è tornato a pochi km di distanza, si è di nuovo ferito ed è stato riconsegnato al Cras.
Ma l’«arca di Remigio» è tanto altro. Nel 2013, per esempio, sono stati ricoverati 94 caprioli, camosci, cinghiali, ghiri, lepri, martore, procioni, tassi, volpi. Fra gli uccelli aironi, capinere, cuculi, ghiandaie, rondini, upupe, scriccioli. Poi rospi, biacchi, tartarughe. Per Remigio ogni animale ha una storia. Ce l’hanno gli ultimi «ospiti»: un picchio nero, una martora, una faina e un’averla capirossa. Ce l’aveva la scimmia Citina, legata a un’antenna di un palazzo a Cuneo, compromessa dall’imprinting umano. «Salviamo gli animali, organizziamo iniziative didattiche – conclude – e siamo un buon punto di monitoraggio della fauna. Come quando abbiamo seguito un grifone, con il Gps, fino in Spagna. La nostra realtà non ha scopo di lucro e le risorse sono scarse. I Comuni ci aiutano, Regione e Provincia faticano. Il sostegno con il 5×1000 sarebbe un’enorme boccata di ossigeno»
Dall’edizione di Savona del quotidiano La Stampa di martedì 19 aprile 2016:
“Il rapace è stato trovato ferito nei boschi di Priola in val Tanaro: dall’anello di riconoscimento gli animalisti hanno scoperto che quattro anni fa era già stato soccorso ad Albisola
«Sono emozionato. È un evento raro». Non nasconde l’entusiasmo Remigio Luciano, responsabile del Centro recupero animali selvatici di Bernezzo (Cuneo), quando nella sede del Cras, è arrivato un ospite speciale: un biancone (Circaetus gallicus) o «aquila dei serpenti», tra le specie più rare in Europa. L’animale è stato raccolto, ferito, nei boschi di Priola, in alta val Tanaro, da un cacciatore che lo ha consegnato ai volontari della difesa animali di Garessio. All’arrivo nel Cras, la sorpresa. «Il biancone, una femmina adulta, ha l’anello di riconoscimento – spiega il responsabile. Abbiamo scoperto che è lo stesso animale trovato nel 2012, debilitato e con un problema alla pupilla destra, ad Albisola Superiore dalla Protezione Animali di Savona che, dopo le prime cure ce l’aveva consegnato il 29 settembre di quell’anno. Ristabilito, lo avevamo liberato a Castelmagno il 26 maggio 2013». Ebbene, a tre anni di distanza e dopo essere migrato ogni autunno verso l’Africa, dove “sverna”, in quanto la sua dieta preferita è composta di ofidi, sauri ed insetti, il rapace è tornato nella stessa zona, a pochi chilometri di distanza. Qui ancora una volta si è ferito ed è stato consegnato al CRAS di Bernezzo. Ora il biancone ha un trauma da urto, è debilitato e ancora con problemi alla pupilla destra. Resta in osservazione, nella speranza che il danno non sia stato causato dai fili dell’alta tensione e che possa quindi essere liberato al più presto, per poter nidificare. «Un evento singolare – osservano gli zoofili – ma sempre meno raro, di concreta difesa della biodiversità e di animali rari, grazie all’attività ed alla collaborazione di associazioni private di volontari come ENPA Savona e CRAS Bernezzo, mentre le istituzioni che per legge dovrebbero provvedere al soccorso della fauna selvatica continuano a latitare; in Liguria è compito della Regione, mentre nel Parco regionale del Beigua, che ogni anno festeggia il passaggio dei bianconi, a soccorrere i feriti sono solo i volontari dell’Enpa, anche dopo che la convenzione, di poche centinaia di euro che la presidenza del 2012 aveva riconosciuto, non viene più rinnovata dal nuovo presidente».