Sarà liberato lunedì 28 maggio alle ore 13:00, nella suggestiva cornice del Pian del Re, alle sorgenti del fiume Po nel Comune di Crissolo, l’esemplare di stambecco (Capra ibex) maschio adulto recuperato a marzo dagli operatori del CRAS ad Argentera.
S’invitano tutti i soci, i sostenitori e gli amici del Centro a presenziare al lieto evento.
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In data odierna gli operatori del CRAS hanno effettuato un doppio recupero ad Argentera: un esemplare di cervo (Cervus elaphus) ed uno di stambecco (Capra ibex), entrambi maschi adulti, ritrovati a poche centinaia di metri l’uno dall’altro.
Il primo, recuperato in un canale del fiume Stura stressato e debilitato, è purtroppo morto poco dopo il suo arrivo al Centro; il secondo invece, probabilmente caduto da alcune rocce e fortemente debilitato, è ancora degente.
Grazie alla tempestiva collaborazione degli amici della sezione L.I.D.A. di Carrù, Mondovì e Ceva, è stato possibile recuperare un maschio adulto di tasso (Meles meles) precipitato in un corso d’acqua nel Comune di Carrù, ferito alla schiena da un altro individuo.
Il mustelide ha risposto molto bene alle cure prestate e, dopo qualche giorno, la sua rapida ripresa ha permesso la liberazione dell’esemplare.
Dall’edizione di Savona del quotidiano La Stampa di martedì 19 aprile 2016:
“Il rapace è stato trovato ferito nei boschi di Priola in val Tanaro: dall’anello di riconoscimento gli animalisti hanno scoperto che quattro anni fa era già stato soccorso ad Albisola
«Sono emozionato. È un evento raro». Non nasconde l’entusiasmo Remigio Luciano, responsabile del Centro recupero animali selvatici di Bernezzo (Cuneo), quando nella sede del Cras, è arrivato un ospite speciale: un biancone (Circaetus gallicus) o «aquila dei serpenti», tra le specie più rare in Europa. L’animale è stato raccolto, ferito, nei boschi di Priola, in alta val Tanaro, da un cacciatore che lo ha consegnato ai volontari della difesa animali di Garessio. All’arrivo nel Cras, la sorpresa. «Il biancone, una femmina adulta, ha l’anello di riconoscimento – spiega il responsabile. Abbiamo scoperto che è lo stesso animale trovato nel 2012, debilitato e con un problema alla pupilla destra, ad Albisola Superiore dalla Protezione Animali di Savona che, dopo le prime cure ce l’aveva consegnato il 29 settembre di quell’anno. Ristabilito, lo avevamo liberato a Castelmagno il 26 maggio 2013». Ebbene, a tre anni di distanza e dopo essere migrato ogni autunno verso l’Africa, dove “sverna”, in quanto la sua dieta preferita è composta di ofidi, sauri ed insetti, il rapace è tornato nella stessa zona, a pochi chilometri di distanza. Qui ancora una volta si è ferito ed è stato consegnato al CRAS di Bernezzo. Ora il biancone ha un trauma da urto, è debilitato e ancora con problemi alla pupilla destra. Resta in osservazione, nella speranza che il danno non sia stato causato dai fili dell’alta tensione e che possa quindi essere liberato al più presto, per poter nidificare. «Un evento singolare – osservano gli zoofili – ma sempre meno raro, di concreta difesa della biodiversità e di animali rari, grazie all’attività ed alla collaborazione di associazioni private di volontari come ENPA Savona e CRAS Bernezzo, mentre le istituzioni che per legge dovrebbero provvedere al soccorso della fauna selvatica continuano a latitare; in Liguria è compito della Regione, mentre nel Parco regionale del Beigua, che ogni anno festeggia il passaggio dei bianconi, a soccorrere i feriti sono solo i volontari dell’Enpa, anche dopo che la convenzione, di poche centinaia di euro che la presidenza del 2012 aveva riconosciuto, non viene più rinnovata dal nuovo presidente».
Due maschi adulti di procione (Procyon lotor) sono stati affidati al Centro da parte del personale addetto alla gestione delle risorse naturali del Parco Adda Nord, nella Città metropolitana di Milano.
La cattura, la sterilizzazione ed il loro contenimento presso le strutture del Centro si sono resi necessari in quanto tali esemplari erano ormai divenuti abituali frequentatori di abitazioni private poste all’interno del territorio del parco.
Il procione costituisce infatti una delle tante specie c.d. aliene o alloctone, le quali, pur non originarie di un dato ecosistema, vi si sono nondimeno insediate, alterandone l’equilibrio e provocando pesanti conseguenze per la comunità biologica autoctona.
Un esemplare adulto di nibbio bruno (Milvus migrans) è stato liberato dai volontari del Centro in data odierna in località Prati Francia, nel comune di Bernezzo, in un’ampia zona montana adatta all’involo di questo grande rapace migratore.
Una femmina adulta di gufo reale (Bubo bubo) è stata recuperata dagli operatori del Centro in località Narbona, nel comune di Vignolo, su segnalazione di un privato.
Al momento del ricovero, il rapace presentava un evidente trauma diffuso lungo l’ala sinistra, che ha comportato in seguito la necrosi del primo e del secondo dito, causandone l’amputazione spontanea. Si presume quindi che l’animale fosse incappato in una folgorazione, provocata dallo scontro con cavi elettrici sospesi, che costituisce una delle principali cause di morte per la specie.
Ormai inabile alla vita libera, l’esemplare verrà custodito presso le strutture del Centro: data l’estrema rarità del ritrovamento, chiunque sia interessato ad ulteriori informazioni in merito può contattare il responsabile del CRAS ai recapiti suindicati.
Anche quest’anno prosegue l’attività di censimento della popolazione di gambero di fiume (Austropotamobius pallipes) introdotta nell’anno 2008 lungo il Rio Magnesia, nel comune di Bernezzo.
I primi rilevamenti paiono suggerire un trend quantitativo crescente, con esemplari molto giovani ritrovati in dispersione lungo il corso d’acqua a valle dell’originario sito di reintroduzione.
Allo stesso modo, gli adulti mostrano uno sviluppo costante, testimoniato dalle ragguardevoli dimensioni raggiunte dagli individui campionati e dai numerosi resti di mute del carapace rinvenute nei pressi.
Nel complesso, l’apparente salubrità dell’ecosistema lascia ben sperare, sebbene rimanga ancora da verificare il grado di effettiva dispersione dell’originaria colonia.
Inoltre, desta particolare preoccupazione l’esposizione del Rio Magnesia a potenziali disturbi antropici, come ad esempio lo scarico di olii industriali ed altri liquidi inquinanti, in grado di annientare completamente non solo i gamberi di fiume, ma l’intera comunità di specie animali presenti in loco, quali la rana esculenta (Rana kl. esculenta) e lo scazzone (Cottus gobbio).
Un esemplare adulto di svasso maggiore (Podiceps cristatus) in abito invernale è stato ricoverato stamane presso il Centro, dopo esser stato trovato nel Comune di Peveragno affetto da una frattura esposta alla zampa destra.