Il recente rafforzamento della collaborazione intessuta dal Centro con il Parco fluviale Gesso e Stura ha permesso di liberare nell’area naturale numerosi animali curati e riabilitati al CRAS di Bernezzo.
In particolare, in compagnia degli operatori del Parco sono stati rilasciati una civetta (Athene noctua), una donnola (Mustela nivalis, un gufo comune (Asio otus), due faine (Martes foina), tre tortore dal collare (Streptopelia decaocto), quattordici ricci (Erinaceus europaeus) e diciassette gazze (Pica pica).
Durante il 2016 sono stati altresì rilasciati un astore (Accipiter gentilis), un colombaccio (Columba palumbus), un codirosso comune (Phoenicurus phoenicurus), un lodolaio (Falco subbuteo), una poiana (Buteo buteo), uno sparviere (Accipiter nisus), due caprioli (Capreolus capreolus), due cornacchie (Corvus corone), tre assioli (Otus scops), tre merli (Turdus merula), quattro codirossi spazzacamino (Phoenicurus ochruros), cinque gheppi (Falco tinnunculus) e sette minilepri (Sylvilagus floridanus).
Un’altra civetta, due gufi ed altri dieci caprioli sono stati ancora liberati nella riserva naturale orientata Oasi della Madonnina
Indice di Ricerca: cornacchia
Grazie alla provvidenziale segnalazione di una dipendente dell’Aeroporto di Cuneo, allertata da acuti richiami notturni lanciati nelle vicinanze del parcheggio, tre piccoli esemplari di gufo comune (Asio otus) sono stati recuperati dal Centro lungo il viale di accesso alla struttura, a Levaldigi nel comune di Savigliano.
I nidiacei, rinvenuti in evidente stato di denutrizione, erano stati probabilmente abbandonati dalla madre, per motivi apparentemente sconosciuti.
Uno di essi è stato trovato a terra, troppo debole per potersi alzare in volo; un altro, poco distante dal primo, era invece insidiato da un gruppo di cornacchie (Corvus corone), che si sono immediatamente involate al sopraggiungere dei volontari. Il terzo, ancora abbarbicato sulle fronde del filare di abeti bianchi (Abies alba) che costeggia il viale, è stato infine tratto in salvo, una volta constatato definitivamente lo stato di abbandono.
Una gazza (Pica pica) albina è stata ricoverata da un privato residente a Spinetta, nel Comune di Cuneo.
Stando a quanto riferito dal Sig. Re Aldo, questo esemplare proviene da una covata schiusasi in primavera, composta da quattro pulcini, di cui due affetti da albinismo.
Dopo un forte acquazzone, uno di essi cadde dal nido, posto in cima ad un platano (Platanus acerifolia), e venne fatalmente aggredito da uno stormo di cornacchie (Corvus corone).
In seguito alle precipitazioni avvenute nella zona nei giorni scorsi, il Sig. Re notò la caduta della gazza albina sopravvissuta e la sua incapacità ad involarsi nuovamente, sebbene ormai pienamente sviluppata.
Temendo una nuova aggressione da parte delle cornacchie, il Sig. Re ha recuperato la gazza portandola al Centro, ove il responsabile Luciano Remigio ha constatato le deplorevoli condizioni del piumaggio.
Si suppone che il fattore recessivo dell’albinismo interferisca con la capacità delle penne di trattenere adeguatamente il liquido oleoso secreto dall’uropigio, privando pertanto l’uccello dell’impermeabilità necessaria per contrastare l’umidità e l’essiccamento.