azzannatrice

Dal quotidiano locale online Cuneocronaca.it di giovedì 18 giugno 2015:

“Tartaruga azzannatrice abbandonata a Bernezzo: in salvo

Una tartaruga gigante della specie chiamata Chelydra serpentina, o Tartaruga Azzannatrice, è stata abbandonata davanti l’ingresso secondario del Centro Recupero Animali di Bernezzo, in provincia di Cuneo. Chiamati dal signor Remigio del Centro sono intervenuti sul posto il responsabile per la tutela e degli animali pericolosi del Comando Provinciale del Corpo Forestale di Cuneo in collaborazione con il Comando Stazione di Caraglio.

Questo tipo di animali esotici vive in Florida e nel centro America, nelle paludi e nei fiumi, insieme ai coccodrilli e agli alligatori; è considerata tra i rettili pericolosi a causa della sua lunga testa e del potente morso, in grado di recidere un dito nel caso in cui venga infastidita. Impressionante, infatti, è lo scatto fulmineo con cui attacca e la forza delle sue mascelle. Se rilasciata è pericolosa anche per la fauna autoctona.

Molti di questi esemplari selvatici, nonostante ciò, sono considerati oggi i nuovi animali da compagnia e sono sempre più presenti nelle nostre case al posto del classico cane, gatto o pesce. Diversi acquirenti non sono a conoscenza però dei notevoli problemi di gestione che questi animali, soprattutto una volta cresciuti, possono determinare a causa delle loro dimensioni, dell’indole e delle necessità biologiche ed etologiche.

Il commercio e la detenzione di queste tartarughe è diventato illegale nel 1996. All’epoca era possibile regolarizzarle pagando una tassa e denunciandole alla Prefettura. Ma qualcuno, anche per la dimensione e la pericolosità, ha preferito disfarsene, senza pensare alle conseguenze rischiose che sarebbero potute accadere se invece degli esperti del centro fosse stata trovata da qualche altro ignaro cittadino.

L’esemplare, di notevoli dimensioni, è stato posto sotto sequestro e attualmente affidato al Centro Recupero animali in attesa di essere collocata presso una idonea struttura, autorizzata dal Ministero dell’Ambiente; là troverà cure adeguate ed una buona sistemazione considerando la reintroduzione in natura è praticamente impossibile.