Il Centro di Bernezzo ha partecipato con interesse al convegno gambero di fiume e trota marmorata: Criticità e Proposte, organizzato dalla Provincia di Cuneo presso il Centro Incontri di Cuneo per illustrare lo status di queste due specie di elevato interesse conservazionistico nel territorio della Granda.
Gli studi condotti (scaricabili in formato .pdf) hanno evidenziato una diffusione del gambero di fiume (Austropotamobius pallipes) ben oltre le aspettative, sebbene gli habitat privilegiati dal crostaceo non godano della protezione che si meriterebbero, per il fatto di ospitare una specie qualificata come ‘minacciata’ dalla Lista Rossa dell’IUCN. La popolazione locale reintrodotta nel Rio Magnesia viene annualmente censita dal personale del Centro.
Ben più preoccupante la situazione del salmonide, in quanto la trota marmorata (Salmo trutta marmoratus) non solo è sempre più a rischio di ibridazione con le altre trote introdotte per il diletto dei pescatori, ma i corsi d’acqua che componevano il suo areale storico stanno via via scomparendo, vittime di un’indiscriminata gestione idrica che ne depaupera irrimediabilmente i flussi, rendendo impossibile la vita di questo pregiato pesce endemico dei versanti subalpini.
Indice di Ricerca: gambero di fiume
Anche quest’anno prosegue l’attività di censimento della popolazione di gambero di fiume (Austropotamobius pallipes) introdotta nell’anno 2008 lungo il Rio Magnesia, nel comune di Bernezzo.
I primi rilevamenti paiono suggerire un trend quantitativo crescente, con esemplari molto giovani ritrovati in dispersione lungo il corso d’acqua a valle dell’originario sito di reintroduzione.
Allo stesso modo, gli adulti mostrano uno sviluppo costante, testimoniato dalle ragguardevoli dimensioni raggiunte dagli individui campionati e dai numerosi resti di mute del carapace rinvenute nei pressi.
Nel complesso, l’apparente salubrità dell’ecosistema lascia ben sperare, sebbene rimanga ancora da verificare il grado di effettiva dispersione dell’originaria colonia.
Inoltre, desta particolare preoccupazione l’esposizione del Rio Magnesia a potenziali disturbi antropici, come ad esempio lo scarico di olii industriali ed altri liquidi inquinanti, in grado di annientare completamente non solo i gamberi di fiume, ma l’intera comunità di specie animali presenti in loco, quali la rana esculenta (Rana kl. esculenta) e lo scazzone (Cottus gobbio).
Un articolo apparso su Il Caragliese – Quindicinale di Caraglio e della Valle Grana, dettaglia la storia e l’attività del Centro, inizialmente nato come zoo per salvare gli animali esuli dall’ex zoo comunale di Cuneo e convertito poi in CRAS in seguito alla promulgazione della legge regionale istitutiva.
Oltre ad evidenziare il costante e quotidiano impegno nella cura e riabilitazione degli animali ricoverati (584 arrivi solamente nel corso dell’ultimo anno), l’articolo illustra anche il coinvolgimento dell’associazione in alcuni progetti importanti per il territorio bernezzese, fra cui la realizzazione del percorso didattico ecologico Ël Viasseul Racconta e la reintroduzione del gambero di fiume (Austropotamobius pallipes) nel Rio Magnesia.
Nel mese di ottobre del 2008 è stata recuperata dal C.R.A.S. e dalla Provincia di Cuneo – Settore Tutela Flora e Fauna, una popolazione di gambero di fiume (Austropotamobius pallipes) nella zona di Fontanelle (CN).
La sopravvivenza di questi individui risultava minacciata dalla cementificazione degli argini del canale nel quale erano presenti.
La specie, elencata nell’allegato II e V della Direttiva Habitat, risulta infatti vulnerabile ed in continua rarefazione in tutto il suo areale di distribuzione, a causa dell’alterazione fisica dei corsi d’acqua, dovuta prevalentemente all’artificializzazione delle sponde e del fondo (oltre che a causa dell’introduzione di specie allottone, della pesca di frodo e dall’inquinamento).
Una parte di questa popolazione è stata pertanto prelevata e trasportata immediatamente al C.R.A.S., per poi venire liberata nel Rio Magnesia, che scorre nei pressi.
Questo corso d’acqua ospitava in passato una popolazione stabile della specie, scomparsa in seguito a causa di problemi di inquinamento. Preventivamente è stato effettuato un sopralluogo da parte di un ittiologo, che ha confermato l’idoneità del corso d’acqua. Gli individui liberati sono stati seguiti e monitorati dai biologi e dai naturalisti che collaborano con il Centro.
Nel mese di luglio 2009, con grande soddisfazione del C.R.A.S. e di tutte le altre persone che hanno collaborato al progetto, si è contastato che i gamberi si sono riprodotti.
Nel mese di luglio 2010, il censimento effettuato dai volontari del Centro ha riscontrato la presenza di esemplari nati nel 2009.
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Nel secondo tratto del Rio Magnesia interessato dal censimento di gamberi di fiume (Austropotamobius pallipes), i volontari Alessandra Basso, Matias Conoscente, Eleonora Gallo e Lia Luciano hanno rilevato la presenza di due giovani esemplari, nonché il rinvenimento di un carapace, relitto dopo una muta.
I volontari Lia Luciano, Eleonora Gallo e Stefano Delpiano hanno effettuato un sopralluogo su una parte del Rio Magnesia, dove a suo tempo era stata liberata una popolazione di gambero di fiume (Austropotamobius pallipes).
Si è constatato non solo la presenza di un nutrito gruppo di esemplari adulti già ambientati, ma addirittura un piccolo nato nel 2009, indice del buon grado di successo del progetto di reintroduzione e della riproduzione in situ della specie.