Due maschi adulti di procione (Procyon lotor) sono stati affidati al Centro da parte del personale addetto alla gestione delle risorse naturali del Parco Adda Nord, nella Città metropolitana di Milano.
La cattura, la sterilizzazione ed il loro contenimento presso le strutture del Centro si sono resi necessari in quanto tali esemplari erano ormai divenuti abituali frequentatori di abitazioni private poste all’interno del territorio del parco.
Il procione costituisce infatti una delle tante specie c.d. aliene o alloctone, le quali, pur non originarie di un dato ecosistema, vi si sono nondimeno insediate, alterandone l’equilibrio e provocando pesanti conseguenze per la comunità biologica autoctona.
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Un piccolo maschio di cinghiale (Sus scrofa) ,bisognoso di cure a seguito d’investimento nel comune di Sommariva Perno, è stato consegnato oggi al Centro da parte delle autorità preposte.
Malgrado l’attuale penuria di risorse pubbliche orienti le Amministrazioni alla salvaguardia delle sole specie particolarmente protette, a questo sfortunato esemplare di una specie tradizionalmente considerata ‘nociva’, oltretutto oggetto di un piano straordinario di abbattimento provinciale, verranno dedicate le medesime cure ed attenzioni di qualsiasi altro ospite del C.R.A.S. di Bernezzo.
Il Centro Recupero Animali Selvatici ha partecipato all’edizione annuale di Hortus Horti, l’evento dedicato all’orto didattico realizzato e curato dal Parco fluviale Gesso e Stura.
Nei pomeriggi di venerdì 23, sabato 24 e domenica 25 maggio sono stati presentati, per la gioia di grandi e piccini, alcuni cuccioli di animali selvatici attualmente ricoverati in fase di svezzamento presso il Centro, fra cui una femmina di volpe (Vulpes vulpes), un maschio di cinghiale (Sus scrofa) ed uno di tasso (Meles meles).
Con l’occasione si è potuto anche liberare un giovane merlo (Turdus merula) all’interno dell’area protetta.
Grazie alla segnalazione del Sig. Degiovanni Marco, istruttore di vigilanza faunistico ambientale della Provincia di Cuneo, gli operatori del Centro hanno provveduto durante la serata di ieri a recuperare un esemplare di grifone (Gyps fulvus) avvistato nel Comune di Sambuco in precarie condizioni di salute, tanto da lasciarsi avvicinare, mostrando un atteggiamento aggressivo senza però riuscire a spostarsi. Giunti sul luogo dell’ultimo avvistamento dell’animale con l’ attrezzatura per effettuare il recupero e il primo soccorso, il manipolo di volontari del Centro ha incontrato due appassionati escursionisti, che li hanno accompagnati lungo un percorso innevato ed insidioso fino ad una vecchia caserma dismessa, ove, rincantucciata in un angolo, giaceva la povera bestiola. Appena preso tra le braccia, si è subito constatato come l’uccello fosse magrissimo e già in ipotermia. Appena ritornati in sede, si è cercato d’idratare l’animale con soluzioni zuccherine, mantenendolo in ambiente caldo. Il maestoso rapace pareva in fin di vita, dopo avergli somministrato alcuni pezzetti di carne, con gioiosa sorpresa ha mostrato di gradirli, inghiottendoli velocemente. Il mattino seguente il grifone sembrava già leggermente più vigile, e gli è stato somministrato altro cibo. In seguito alla visita veterinaria, l’esame fecale ha rivelato che in effetti l’animale era affetto da una grave forma di coccidiosi. Si è quindi provveduto subito a somministrare i farmaci del caso ed il grifone rimane tutt’ora sotto terapia, peraltro in deciso, netto miglioramento.
Stamane gli operatori del Centro hanno liberato il capriolo salvato il mese scorso a Boves dal medico veterinario Dott. Francesco De Martini.
La località scelta è stata l’area protetta con ripristino ambientale dell’Unicalce S.p.A., nel comune di Bernezzo, dov’è già presente una popolazione di ungulati. Al capriolo è stata preventivamente apposta una marca auricolare del CRAS, ad indicare il trattamento farmacologico cui è l’animale è stato sottoposto durante il periodo riabilitativo e la sua conseguente inidoneità al consumo umano.
Dal quotidiano online TargatoCN di giovedì 28 marzo 2013:
Bambi è salvo e tornerà presto in libertà: è finita bene la disavventura di questa mattina
Si era incastrato tra le sbarre di un’inferriata, ma il pronto intervento degli Operatori di Nettezza Urbana, poi del padrone di casa e delle forze dell’ordine, con il veterinario, hanno permesso al capriolo di salvarsi
Circa alle 6.30 del mattino di giovedì 28 marzo 2013, gli Operatori di Nettezza Urbana di Boves, durante il consueto giro di recupero rifiuti, si trovano davanti ad un’insolito spettacolo: in un vialetto privato in una zona residenziale del Comune, un capriolo maschio adulto fa capolino dalla siepe di una villetta.
Avvicinatisi furtivamente si rendono subito conto che il malcapitato animale è rimasto incastrato dal bacino tra le sbarre dell’inferriata che cinge la casa. Hanno chiamato il proprietario dell’abitazione che prontamente ha dato l’allarme al Corpo dei Carabinieri e ai Vigili del Fuoco. E’ intervenuto anche il veterinario De Martini Francesco, dell’ Ambulatorio Veterinario San Francesco di San Rocco Castagnaretta, che sedando l’animale lo ha messo in condizioni di poter esser estratto incolume dalle sbarre dalle forze dell’ordine intervenute.
Riporta ferite da escoriazione superficiali sui fianchi ed è stato subito trasportato al Centro Recupero Animali Selvatici di Bernezzo dal signor Remigio Luciano, responsabile del centro, e da Matteo Parola, dipendente. “Ne abbiamo visti molti di caprioli feriti ultimamente, ma questo è un maschio di grossa taglia e sicuramente, dopo le debite cure, verrà rilasciato in piena salute in una zona lontana da pericoli e centri abitati”, dicono al centro.
“Verrà anche apposta una marca auricolare al capriolo in modo tale da segnalare ai cacciatori che l’animale è stato trattato farmacologicamente e quindi non più idoneo al consumo umano”. Questa disavventura che poteva terminare in catastrofe in realtà è stata un biglietto di sola andata per la vita di questo piccolo ma grande essere che al più presto tornerà a correre libero. Buona fortuna da tutti noi.
Ritrovato lungo il Sentiero sul Maira dai volontari dell’associazione ACSTE Protezione Civile a cavallo durante una normale attività di monitoraggio ambientale, ha ritrovato la libertà questa mattina sotto lo sguardo attento degli alunni della scuola primaria di Vottignasco, con la presenza di una guardia del Servizio Vigilanza e Tutela Fauna della Provincia ed un agente della Polizia Municipale di Vottignasco, un giovane esemplare maschio di astore (Accipiter gentilis). Era stato ritrovato a terra inabile al volo e, soccorso dai volontari a cavallo, portato a Bernezzo presso il C.R.A.S. per le cure.
Assieme all’astore sono stati liberati altri due rapaci: un esemplare di poiana (Buteo buteo) ed uno di sparviere (Accipiter visus): tutti si sono diretti verso la vicina boscaglia mimetizzandosi tra gli alberi.
Nonostante le difficoltà economiche di questo periodo, il CRAS di Bernezzo continua, con sforzi non indifferenti, ad occuparsi di tutti gli animali che vengono consegnati, in quanto bisognosi di cure (circa 700 all’anno) ed a rimetterne in libertà oltre il 50%.
Vi invitiamo a seguire sempre il nostro sito per avere informazioni ulteriori sulla nostra attività.
Come l’anno scorso, anche nel 2012 il Centro ha partecipato in data odierna alla Festa del Parco Fluviale Gesso & Stura; al termine dei festeggiamenti, alle 22:00 circa sono rilasciati in natura alcuni rapaci notturni nella zona sottostante il Santuario della Madonna degli Angeli, nel comune di Cuneo.
In particolare, hanno potuto ritrovare la via verso la libertà un esemplare femmina di assiolo (Otus scops), seguito da un maschio ed una femmina di allocco (Strix aluco), volatili appartenenti a specie protette in quanto ottimi bioindicatori: la loro presenza in un certo ambiente ne indica un buon livello di salubrità. Sono inoltre molto utili all’uomo in quanto la loro dieta si basa sui micromammiferi, come ad esempio i ghiri (Glis glis), considerati animali nocivi per alcuni tipi di coltivazioni. Nel corso del pomeriggio i bambini hanno potuto partecipare a un piccolo sondaggio per l’assegnazione di un nome a ciascuno di loro.
La morsa del gelo di questi giorni stava per condannare a morte un povero germano reale (Anas platyrhyncos), maschio di tre anni, impossibilitato a volare a causa della mancanza di due dita all’ala sinistra, probabilmente dovuta ad una pregressa folgorazione. Per la sua grave menomazione era stato abbandonato dai suoi cinque compagni, che avevano lasciato il laghetto, ormai gelato, ove solevano posarsi, sito in località Paschera, nel comune di Caraglio.
Avvisati dalla Sig.ra Costamagna, proprietaria del bacino irriguo, i volontari del Centro Fernando Albert, Eleonora Gallo e Matteo Parola sono riusciti a salvare l’anatide, dopo molti tentativi protrattisi per due giorni consecutivi. L’operazione di recupero si è dimostrata particolarmente ardua in ragione della conformazione del laghetto artificiale, costituito da un vascone di nylon lungo 60 m, largo 20 m, profondo 6 m e dotato di pareti inclinate estremamente scivolose. Un sottile strato di ghiaccio ne ricopriva l’intera superficie, ad eccezione di una piccola pozza, ove l’animale vi aveva cercato rifugio; nel giro forse di un giorno, l’uccello avrebbe potuto rimanerci irrimediabilmente imprigionato.
Dopo il recupero, l’esemplare è stato affidato alla proprietaria del laghetto, la quale vi si era affezionata e l’aveva battezzato Gregorio: sotto la supervisione del CRAS, la Sig.ra Costamagna provvederà a rimetterlo nello stagno non appena sarà arrivata la primavera, e con essa, il ritorno dei compagni di Gregorio.